I Giochi della Chimica. Non solo criteri A cura di Silvana Saiello
Quando si riflette sui Giochi della Chimica vengono in mente una moltitudine di pensieri, a volte anche contraddittori. I diversi punti di vista dipendono dal ruolo che ciascuno occupa nell’organizzazione e nella realizzazione, ma anche nella società scientifica. Ci sono coloro che ritengono i Giochi unicamente una competizione tra i giovani partecipanti, una competizione fine a sé stessa, una competizione, che invece di stimolare una crescita culturale la sopprime sull’altare del medagliere. Ci sono coloro che vivono i Giochi come una vetrina per insegnanti e alunni, vetrina che serve a mettere in mostra solo i “più bravi”. Ci sono coloro che interpretano i Giochi come un momento di festa della Società Chimica Italiana, una festa in cui la Chimica in tutte le sue sfaccettature è al centro dell’attenzione di tutti gli invitati. Personalmente vedo i Giochi come la conclusione di un percorso verso l’eccellenza dell’insegnamento e dell’apprendimento della Chimica, un percorso nel quale nessuno deve rimanere indietro perché ciò che è importante è soprattutto il percorso. Mi si obietterà che le medaglie e le coppe premiano le prestazioni e, come è noto, le prestazioni dipendono anche da situazioni contingenti. Questo è vero. Ma se si riesce a interpretare il momento del Gioco come solo uno dei momenti di un cammino, la frustrazione per la sconfitta si trasformerà nello stimolo a migliorare. “L’importante è partecipare non è vincere” diceva qualcuno E’ innegabile che la competizione esista, ma va discussa e inquadrata in un percorso di miglioramento, miglioramento che viene certificato dai risultati che ciascuno consegue a quelli che vengono chiamati “test” o “quiz” e che, personalmente, preferisco chiamare quesiti. Il quesito diventa lo strumento di verifica. Diventa, allora, indispensabile condividere l’obiettivo della verifica. A me pare che tale obiettivo dovrebbe essere quello di verificare la comprensione dei concetti e della conoscenza di regole di tipo chimico, regole che, purtroppo, richiedono spesso anche esercizi di memoria. Negli anni in cui, insieme ad alcuni colleghi, me ne sono occupata, abbiamo cercato, per quanto possibile, di preparare quesiti che risultassero un punto di equilibrio tra un esercizio memonico e il problem solving. Nei Giochi della Chimica si è scelto di proporre quesiti a risposta multipla perché, nonostante i loro limiti, sono ritenuti una prova di valutazione oggettiva. Il vantaggio sta proprio nel fatto che, in questo tipo di quesito, la valutazione non è influenzata dall’opinione di chi corregge la prova. Il quesito a scelta multipla consiste, come è noto, in una domanda iniziale seguita da risposte, una sola delle quali è corretta, le altre (i così detti distrattori) è importante che siano verosimili. Se ben formulate, le domande a scelta multipla riescono a forzare forme di ragionamento logico. In altre parole non è affatto detto che attraverso i quesiti a scelta multipla si possa testare solo la memorizzazione anzi, spesso è proprio attraverso il ragionamento, il confronto tra le alternative proposte e lo scarto dei distrattori che si perviene alla scelta corretta. La formulazione corretta dei quesiti e la scelta delle relative risposte diventano cruciali per il successo della valutazione. I quesiti a scelta multipla prevedono alcuni requisiti:
- La domanda deve avere una sola risposta corretta;
- Il quesito deve essere formulato in modo non ambiguo e non prestarsi a interpretazioni alternative.
- Le risposte devono essere almeno quattro, perché se il numero di risposte è minore di quattro, il quesito è troppo semplice e aumenta la probabilità che la risposta sia casuale.
- I distrattori devono essere tutti verosimili e plausibili.
A questi requisiti generali si aggiungono altri due requisiti specifici per l’ambito chimico. a. Le unità di misura devono essere quelle del Sistema Internazionale b. Le costanti da utilizzare devono essere quelle fornite nelle Tabelle che sono allegate ai quesiti c. Per concludere vorrei porre l’attenzione su un altro requisito che, a mio avviso, è di grandissima importanza: la correttezza del linguaggio chimico. I Chimici per comunicare tra loro utilizzano, spesso, un linguaggio sintetico che sfronda le frasi di alcune parole indispensabili, ma che, nel loro linguaggio quotidiano, i Chimici ritengono superflue. Un esempio per tutti: Quando un Chimico chiede a un suo collega di laboratorio: “Abbiamo l’HCl 1 molare?”, entrambi sanno perfettamente a che cosa si riferiscono, mentre uno studente potrebbe pensare anche a qualcosa di diverso. L’HCl è un composto gassoso per cui potrebbe trattarsi di un recipiente contenente il gas a quella concentrazione. Perché il linguaggio sia comprensibile da uno studente è, quindi, indispensabile aggiungere le parole che i Chimici sottintendono: “Abbiamo una soluzione acquosa di HCl 1 molare?” Un altro esempio è una domanda che, di solito, viene posta così: Secondo la teoria VSEPR la molecola BF3 è: a. piramidale trigonale b. a T c. planare trigonale d. tetraedrica Sappiamo che la teoria VSEPR non si riferisce alla molecola, ma si riferisce alla sua geometria. Quindi la domanda, per essere espressa in un linguaggio chimico corretto andrebbe riscritta aggiungendo una parola: Secondo la teoria VSEPR la geometria della molecola BF3 è… Osserviamo anche questi due quesiti presentati nei Giochi della Chimica 2018
- Indicare la risposta che elenca, nell’ordine, i coefficienti stechiometrici necessari a bilanciare la seguente reazione:
B2O3 + K2O → K3BO3
- In un pallone vengono messe reagire 3,0 moli di NaClO, 2,0 moli di Cr(OH)3 e 4,0 moli di NaOH secondo la reazione (da bilanciare):
NaClO(aq) + Cr(OH)3(aq) + NaOH(aq) → NaCl(aq) + Na2CrO4(aq) +H2O(l) Come si può notare, a differenza del quesito 2., nel quesito 1. a pedice delle formule non compare né lo stato di aggregazione né la tipologia di solvatazione. Il motivo di tale scelta è che nel quesito 1 è completamente assente l’aspetto macro, si parla solo dei coefficienti stechiometrici della reazione, quindi informazioni solo di tipo micro. Nel quesito 2, invece, siamo completamente immersi nell’aspetto macro. Questo tipo di attenzione alla formulazione dei quesiti, a mio avviso, è necessaria se si desidera che essi diventino anche uno strumento formativo per tutti i partecipanti ai Giochi. In definitiva i Giochi della Chimica sono certamente una competizione, ma possono diventare molto altro. Tutto dipende da come vengono “interpretati” i diversi ruoli dai diversi “attori” che calpestano il “palcoscenico”
|